Luigino Ferrari
2003-07-23 15:34:33 UTC
Risparmiare nel senso di rinunciare che so: al pranzo
al ristorante, al telefonino, alla parabolica, allo stereo, al
cappotto o tallieur aultima moda, alla mountain -bike, alla moto,
al viaggio esotico o in crociera, ect., ect., non vuol dire mettere i
propri risparmi sotto il matterasso, bensi' accumularli
- e nel frattempo permettere ad altri di usarli - in vista magari di
un qualcosa di piu' utile che potrebbe essere una macchina piu
sicura, il rifacimento del vecchio appartamento, il tetto o le
tinteggiature della fatiscente casa o quale riserva in previsione
anche o purtroppo di qualche imprevisto.
Il tutto nel frattempo remunerato, e come anticipato, da altri
impiegato per la realizzazione della grandi opere ammodernando
il Paese.
Ho un po' enfatizzato l'argomentare, non per spingere il Paese in una
sorta di remitaggio - benche' resti del convincimento che mantenere
gli attuali trend consumistici sarebbe un indiscusso successo -
bensi', nell'intento di smontare l'illusione che una auspicata ripresa
ecomica, occupazionale e di incremento del Pil debbano
necessariamente passare da quella vorace forsennata corsa dell'usa
e getta, che di fatto sta alla base dei tanti, se non di tutti, i
nostri guai.
Infatti un sistema economico che si muovi in una sorta di
autoaccelerazione per consumare tutti i beni che produce, non fa che
assicurarsi accelerando, la propria implosione. Come uscirne ?
Contingentando o perlomeno non forzando alla stato
attuale - che non sono ne' pochi, ne' sacrificanti - gli attuali trend
consumistici interni e per quanto prodotto in piu', con cura e gusto
confezionato, collocarlo sui mercati internazionali, azionando in tal
modo una duplice leva: contenimento dei costi interni, e crescente
valuta in entrata dall'esterno.
Resta senzameno passaggio obbligato desiderando, in un paio di
legislature, riparare i danni del recente passato, realizzare le
grandi opere e porci ad un tempo alla pari dei piu' avanzati
Paesi del globo.
- Origin: Un popolo che non risparmia non programma il proprio futuro.
Ciao
Luigino Ferrari
***@tin.it
al ristorante, al telefonino, alla parabolica, allo stereo, al
cappotto o tallieur aultima moda, alla mountain -bike, alla moto,
al viaggio esotico o in crociera, ect., ect., non vuol dire mettere i
propri risparmi sotto il matterasso, bensi' accumularli
- e nel frattempo permettere ad altri di usarli - in vista magari di
un qualcosa di piu' utile che potrebbe essere una macchina piu
sicura, il rifacimento del vecchio appartamento, il tetto o le
tinteggiature della fatiscente casa o quale riserva in previsione
anche o purtroppo di qualche imprevisto.
Il tutto nel frattempo remunerato, e come anticipato, da altri
impiegato per la realizzazione della grandi opere ammodernando
il Paese.
Ho un po' enfatizzato l'argomentare, non per spingere il Paese in una
sorta di remitaggio - benche' resti del convincimento che mantenere
gli attuali trend consumistici sarebbe un indiscusso successo -
bensi', nell'intento di smontare l'illusione che una auspicata ripresa
ecomica, occupazionale e di incremento del Pil debbano
necessariamente passare da quella vorace forsennata corsa dell'usa
e getta, che di fatto sta alla base dei tanti, se non di tutti, i
nostri guai.
Infatti un sistema economico che si muovi in una sorta di
autoaccelerazione per consumare tutti i beni che produce, non fa che
assicurarsi accelerando, la propria implosione. Come uscirne ?
Contingentando o perlomeno non forzando alla stato
attuale - che non sono ne' pochi, ne' sacrificanti - gli attuali trend
consumistici interni e per quanto prodotto in piu', con cura e gusto
confezionato, collocarlo sui mercati internazionali, azionando in tal
modo una duplice leva: contenimento dei costi interni, e crescente
valuta in entrata dall'esterno.
Resta senzameno passaggio obbligato desiderando, in un paio di
legislature, riparare i danni del recente passato, realizzare le
grandi opere e porci ad un tempo alla pari dei piu' avanzati
Paesi del globo.
- Origin: Un popolo che non risparmia non programma il proprio futuro.
Ciao
Luigino Ferrari
***@tin.it